Entscheidung

Entscheidung Nr. 2010-71 QPC vom 26. November 2010

Fräulein Danielle S. [Unterbringung einer Person in einem Krankenhaus ohne deren Einwilligung]

Il Consiglio costituzionale è stato adito il 24 settembre 2010 dal Consiglio di Stato (decisione n° 339110 del 24 settembre 2010), nelle condizioni previste all'articolo 61-1 della Costituzione, di una questione prioritaria di costituzionalità posta dalla Sig.na Danielle S., relativa alla conformità ai diritti e libertà che la Costituzione garantisce delle disposizioni degli articoli L. 326- 3, L. 331, L. 333, L. 333-1, L. 333-2, L. 334, L. 337 e L. 351 del codice della sanità pubblica, ormai ripresi agli articoli L.3211-3, L.3211-12, L. 3212-1, L. 3212-2, L. 3212-3, L. 3212-4, L. 3212-7 e L. 3222-1 dello stesso codice.

IL CONSIGLIO COSTITUZIONALE,

Vista la Costituzione ;

Vista l'ordinanza n° 58-1067 del 7 novembre 1958 modificata, portante legge organica sul Consiglio costituzionale ;

Visto il codice della sanità pubblica ;

Vista la legge n° 81- 82 del 2 febbraio 1981 di rinforzo alla sicurezza e protettiva della libertà delle persone, specialmente l'articolo 71 ;

Vista la legge n° 90- 527 del 27 g iugno 1990 relativo ai diritti e alla protezione delle persone ricoverate a causa di disturbi mentali e alle loro condizioni di ricover o ;

Vista l'ordinanza n° 2000-548 del 15 g iugno 2000 r elativa alla parte legislativa del codice della pubblica sanità ;

Visto il regolamento del 4 febbraio 2010 sulla procedura seguita dinanzi al Consiglio costituzionale per le questioni prioritarie di costituzionalità ;

Viste le osservazioni prodotte dall'attrice per conto di Pierre Ricard, Avvocato al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, registrate il 14 ottobre 2010 ;

Viste le osservazioni prodotte dal Primo ministro, registrate il 18 ottobre 2010 ;

Viste le osservazioni, a titolo d'intervento, prodotte per l'associazione “Gruppo informazione ospedali psichiatrici” da Corinne Vaillant, Avvocato al Foro di Parigi, registrate il 21 ottobre 2010 ;

Viste le nuove osservazioni prodotte dall'attrice, registrate il 29 ottobre 2010 ;

Viste le nuove osservazioni prodotte dal primo ministro registrate il 10 novembre 2010 ;

Viste le osservazioni prodotte a sostegno dell'attrice sull'intervento dell'associazione “ Gruppo informazione ospedali psichiatrici”, registrate il 1 0 novembre 2010 ;

Visti i documenti prodotti ed allegati ai fascicoli ;

Sentiti nel corso dell'udienza pubblica del 16 novembre 2010 l'Avvocato Ricard per l'attrice, l'Avvocato Vaillant per l'associazione “Gruppo informazione ospedali psichiatrici” e il Sign. Xavier Pottier designato dal Primo ministro ;

Sentito il relatore ;

  1. Considerando che il Consiglio costituzionale è adito in merito ad otto articoli del codice della pubblica sanità nella loro redazione anteriore alla data d'entrata in vigore dell'ordinanza sopraindicata del 15 giugno 2000 ;

  2. Considerando che ai sensi dell'articolo L. 326-3 del codice della pubblica sanit à : “Qualora una persona colpita da disturbi mentali sia ricoverata senza il suo consenso in applicazione delle disposizioni del capitolo III del presente titolo, le restrizioni all'esercizio delle sue libertà individuali devono essere limitate a quelle rese necessarie dal suo stato di salute e dalla messa in atto del suo trattamento. In ogni circostanza, la dignità della persona ricoverata dev'essere rispettata e la sua reinserzione ric ercata. “Dev'essere informata fin dall'ammissione e, in seguito, su sua domanda, della sua situazione giuridica e dei suoi diritti.
    “ In ogni caso, dispone del diritto :
    “1° Di comunicare con le autorità menzionate all'articolo L. 332-2 ;
    “2° Di adire la commissione prevista all'articolo L. 323-3 ;
    “3° Di ricevere la consulenza di un medico o d'un avvocato di sua scelta ;
    “4° Di inviare o ricevere lettere ;
    “5° Di consultare il regolamento interno dello stabilimento, come definito all'articolo L. 332-1 e di ricevere le spiegazioni correlate ;
    “6° Di esercitare il proprio diritto di voto ;
    “7° Di dedicarsi alle attività religiose o filosofiche di sua scelta. “Questi diritti, all'eccezione di quelli menzionati ai 4 ° , 6° e 7 ° , possono essere esercitati su loro domanda dai genitori o da lle persone suscettibili d'agire nell'interesse del malato” ;

  3. Considerando che ai sensi dell'articolo L. 331 dello stesso codice : “In ogni dipartimento, uno o pi ù stabilimenti sono esclusivamente abilitati dal prefetto a
    curare le persone colpite da disturbi mentali che rientrano nel capitolo III del presente titolo ” ;

  4. Considerando che ai sensi dell'articolo L. 333 : “Una persona colpita da disturbi mentali non puó e ssere ricoverata senza il suo consenso alla domanda di un terzo che se :
    “1° I suoi disturbi rendono impossibile il suo consenso ;
    “2° Il suo stato impone cure immediate accompagnate da una sorveglianza costante in ambiente ospedaliero.
    “La domanda d'ammissione è presentata o da un membro della famiglia del malato, o da una persona suscettibile d'agire nel suo interesse, escluso il personale curante esercitante nello stabilimento d'accoglienza.
    “Questa domanda dev'essere manoscritta e firmata dalla persona che la formula. Se quest'ultima non s a scrivere, la domanda è ricevuta dal sindaco, il commissario di polizia o il d irettore dello stabilimento che ne dà atto. Comporta cognome, nomi, professione, età e domicilio tanto della persona che chiede il ricovero quanto di quella di cui il ricovero è richiesto e l'indicazione della natura delle relazioni esistenti tra di loro, cosí come, se necessario, del loro grado di parentela.
    “La domanda d'ammissione è accompagnata da due certificati medici datati di meno di quindici giorni e circostanziati, attestanti che le condizioni previste dal secondo e terzo comma sono soddisfatte.
    “Il primo certificato medico non puó essere redatto che da un medico che non eserciti nello stabilimento d'accoglienza del malato ; constata lo stato mentale della persona da curare, indica le particolarità della malattia e la necessità di farla ricoverare senza il suo consenso. Deve essere confermato con un certificato di un secondo medico che puó esercitare nello stabilimento di accoglienza del malato.
    I due medici non possono essere parenti o affini, di quarto grado incluso, né tra di loro, né dei direttori degli stabilimenti menzionati all'articolo L. 331, né della persona avente chiesto il ricovero o della persona ricoverata” ;

  5. Considerando che ai sensi del suo articolo L. 331-1 : “Prima d'amettere una persona all'ospedale su domanda di un terzo, il direttore dello stabilimento verifica che la domanda è stata formulata conformemente alle disposizioni dell'articolo L. 333 o dell'articolo L. 333-2 e s'assicura dell'identità della persona per la quale il ricovero è richiesto e di quella della persona che domanda il ricovero. Se la domanda d'ammissione di un maggiorenne protetto è formulata dal suo tutore o curatore, costui deve fornire a sostegno della sua domanda un estratto del giudizio di messa sotto tutela o curatela.
    “Fa menzione di tutti i documenti prodotti nel bollettino d'entrata” ;

  6. Considerando che ai sensi del suo articolo L.333-2 : “ A titolo eccezionale e in caso di pericolo imminente per la salute del malato debitamente constatato dal medico, il direttore dello stabilimento potrà pronunciare l'ammissione sulla base di un certificato medico proveniente eventualmente da un medico che eserciti nello stabilimento d'accoglienza” ;

  7. Considerando che ai sensi dell'articolo L. 334 : “Nelle ventiquattr'ore successive all'ammissione, è redatto da uno psichiatra dello stabilimento d'accoglienza, che non puó in alcun caso essere uno de i medici menzionati all'ultimo comma dell'articolo L. 333, un nuovo certificato medico che constati lo stato mentale delle persone e confermi o invalidi la necessità di mantenere il ricovero su domanda d'un terzo.
    “Dal ricevimento del certificato medico, il d irettore dello stabilimento indirizza questo certificato, cosí come il bollettino e la copia dei certificati medici d'entrata, al prefetto e alla commissione menzionata all'articolo L. 332-3”.

  8. Considerando che ai sensi del suo articolo L. 337 : “Nei tre giorni precedenti la scadenza dei primi quindici giorni del ricovero, il malato è esaminato da uno psichiatra dello stabilimento d'accoglienza.
    “Quest'ultimo fa valere un certificato medico circostanziato che precisa, segnatamente, la natura e l'evoluzione dei disturbi, indicando chiaramente se le condizioni del ricovero sono o meno soddisfatte. Alla luce di questo certificato, il ricovero puó essere mantenuto per una durata massima d'un mese.
    “Al di là di questa durata, il ricovero puó essere mantenuto per periodi massimi di un mese, rinnovabili secondo le stesse modalità.
    “Il certificato medico è indirizzato alle autorità elencate al secondo comma dell'articolo L. 338, cosí come alla commissione menzionata all'articolo L. 332-3 e secondo le modalità previste a questo stesso comma.
    “In mancanza di produzione del certificato sopraindicato, il ritiro del ricovero è acquisito”.

  9. Considerando che, ai sensi dell'articolo L.351 : “Qualsiasi persona ricoverata senza il suo consenso o tenuta in un qualche stabilimento, pubblico o privato, che accoglie malati curati per disturbi mentali, il suo tutore se è minore, il suo tutore o curatore se, maggiorenne, è stata messa sotto tutela o curatela, il suo congiunto, il suo convivente, qualsiasi parente o persona suscettibile d'agire nell'interesse del malato ed eventualmente il curatore della persona possono, in ogni momento, ricorrere, attraverso una semplice richiesta, al presidente del tribunale di grande istanza del luogo dove si trova lo stabilimento che, statuendo nella forma del référés dopo un di battito contraddittorio e dopo le necessarie verifiche, ordina, se necessario, l'uscita immediata. “Qualsiasi persona che abbia chiesto il ricovero o il procuratore della Repubblica, d'ufficio, puó fare ricorso per gli stessi fini.“Il presidente del tribunale di grand'istanza puó ugualmente adirsi d'ufficio, in ogni momento, per ordinare che sia messo fine al ricovero senza consenso. A questo fine, qualsiasi persona interessata puó portare alla sua conoscenza le informazioni che ritenga utili circa la situazione di un malato ricoverato” ;

  10. Considerando che l'attrice contesta, da una parte, le condizioni nelle quali una persona puó essere posta, alla domanda di un terzo, poi tenuta in ricovero senza il suo consenso e, d'altra parte, l'insufficenza dei diritti riconosciuti alle persone in tal modo ricoverate ; che, i noltre, domanda al Consiglio costituzionale di dichiarare contrarie alla Costituzione le disposizioni del codice della sanità pubblica relative alla procedura di ricovero d'ufficio ;

  • SULLA PROCEDURA :
  1. Considerando che non spetta al Consiglio costituzionale, adito di una questione prioritaria di costituzionalità, rimettere in causa la decisione mediante la quale il Consiglio di Stato o la Corte di cassazione ha giudicato, in applicazione dell'articolo 23-5 dell'ordinanza del 7 novembre 1958 sopraindicata, che una disposizione fosse o meno applicabile al litigio o alla procedura o costituisse o meno il fondamento del procedimento ;

  2. Considerando che, di seguito, devono essere rigettate le conclusioni dell'attrice tendenti alla pronuncia da parte del Consiglio costituzionale sulla conformità alla Costituzione delle disposizione del codice della pubblica sanità relative alla procedura di ricovero d'ufficio, dal momento che queste disposizioni non figurino nella questione rinviata dal Consiglio di Stato al Consiglio costituzionale ;

  • SUL RICOVERO ALLA DOMANDA DI UN TERZO :
  1. Considerando che l'attrice sostiene che la lesione alla libertà individuale, che risulta dal ricovero senza consenso, richieda che una sola giurisdizione dell'ordine giudizia rio sia competente per decidere in merito ; che, di conseguenza, la procedura di ricovero su domanda d'un terzo violerebbe l'articolo 66 della Costituzione ; che, inoltre, secondo l'attrice, la decisione d'ammissione in un complesso sanitario privato abilitato ad occuparsi di persone ricoverate senza il loro consenso non pr esenta garanzie sufficienti ;

  2. Considerando che l'articolo 66 della Costituzione dispone : “Nessuno puó essere arbitrariamente detenuto.- L 'autorità giudiziaria, guardiana della libertà individuale, assicura il rispetto di questo principio nelle condizioni previste dalla legge” ; che, nell'esercizio della sua competenza, il legislatore puó fissare una serie di modalità d'intervento dell'autorità giudiziaria differenti secondo la natura e la portata delle misure inerenti alla libertà individuale che intenda emanare ;

  3. Considerando che in virtù dell'undicesimo comma del Preambolo della Costituzione del 1946, la Nazione garantisce a tutti il diritto alla protezione della salute ;che l 'articolo 34 della Costituzione dispone che la legge fissa le regole relative alle garanzie fondamentali accordate ai cittadini per l'esercizio delle libertà pubbliche ; che è possibile, in ogni momento, al legislatore, pronunciandosi nell'ambito della suacompetenza, adottare disposizioni nuove di cui gli spetta di valutare l'opportunità e di modificare testi anteriori o abrogarne sostituendo loro, all'occorrenza, altre disposizioni, dal momento che, nell'esercizio di questo potere, non privi di garanzie l egali alcune esigenze costituzionali ;

  4. Considerando che il ricovero senza il suo consenso d'una persona colpita da disturbi mentali deve rispettare il p rincipio, risultante dall'articolo 66 della Costituzione, secondo il quale la libertà individuale non dovrebbe essere ostacolata da un rigo re che non sia necessario ; che incombe al legislatore d'assi curare la conciliazione tra, da una parte, la protezione della salute delle persone che soffrono di distubi mentali e la prevenzione delle lesioni all'ordine pubblico necessario alla salvaguardia dei diritti e principi di valore costituzionale e, d'altra parte, l'esercizio delle libertà costituzionalmente garantite ; che all'interno di queste figurano la libertà d'andare e v enire e il rispetto della vita privata, protetti dagli articoli 2 e 4 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, cosí come la libertà individuale di cui l'articolo 66 della Costituzione affida la protezione all'autorità giudiziaria ; che le lesioni arrecate all'esercizio di queste libertà devono essere adattate, necessarie e proporzionate all' autorità.

  • Per quanto riguarda la condizioni dell'ammissione
  1. Considerando, in primo luogo, che l'articolo L. 333 del codice della sanità pubblica prevede che una pers ona colpita da disturbi mentali non possa essere ricoverata senza il suo consenso, su domanda di un terzo, che se i suoi disturbi rendano impossibile il suo consenso e se il suo stato impone cure immediate accompagnate da una sorveglianza costante in ambiente ospedaliero ;

  2. Considerando che quest'articolo prevede che la domanda d'ammissione dev'essere presentata o da un membro della famiglia del malato, o da una persona in misura d'agire nel suo interesse, il che implica che giustifichi relazioni anteriori alla domanda che gli dia qualità per agire nel suo interesse ; che la domanda non puó, in ogni caso, essere presentata da un membro del personale curante che eserciti nello stabilimento d'accoglienza ; che dev'essere accompagnata da due certificati medici circostanziati, datati di meno di quindici giorni, che attestino che le condizioni richiamate al considerando precedente sono soddisfatte ; che il s ettimo comma dell'articolo L. 333 fissa garanzie nella scelta dei medici che redigono questi certificati ; che il primo certificato puó essere realizzato solamente da un medico che non eserciti nello stabilimento di accoglienza del malato ; che la possibilità d'un'ammissione alla luce di un solo certificato medico è riservata, a titolo eccezionale, al caso di “pericolo imminente per la salute del malato” ; che, nelle ventiquattr'ore dall'ammissione, la necessità di codesta dev'essere confermata da un medico psichiatra dello stabilimento d'accoglienza ;

  3. Considerando che adottando gli articoli L. 333, L. 333-2 e L.333-4, il legislatore ha fissato alcune condizioni di fondo e una serie di garanzie di procedura proprie ad assicurare che il ricovero senza consenso, alla domanda di un terzo, non sia messo in atto che nel caso in cui sia adatto, necessario e proporzionato allo stato del malato ;

  4. Considerando, in secondo luogo, che, se l'articolo 66 della Costituzione esige che ogni privazione di libertà sia posta sotto il controllo dell'autorità giudiziaria, non impone che quest'ultima sia preventivamente adita in merito a qualsiasi misura privativa di libertà ; che le disposizioni dell'articolo L. 333-1 del codice della pubblica sanità, che affidano al direttore dello stabilimento il compito d'ammettere una persona all'ospedale su domanda d'un terzo dopo aver verificato che la domanda sia stata formulata conformemente alle disposizioni dell'articolo L. 333 o dell'articolo L. 333-2, non vanno contro le esigenze tratte dall'articolo 66 della Costituzione ;

  5. Considerando, in terzo luogo, che nessuna regola o p rincipio costituzionale impone che l'accoglienza delle persone colpite da disturbi mentali ricoverate senza il loro consenso sia affidata ad enti sanitari pubblici ; che, nel compimento delle missioni previste dalle disposizioni contestate, gli enti sanitari privati abilitati, nelle condizioni fissate dall'articolo L. 331, a prendersi carico delle persone ricoverate senza il loro consenso sono sottomessi alle stesse obbligazioni degli enti pubblic i ; che le decisioni d'ammissione senza consenso negli stabilimenti privati o pubblici di persone colpite da disturbi mentali sono subordinate alle stesse formalità e controll i ; che il motivo di contestazione tratto dal fatto che il legislatore non abbia fornito di garanzie sufficienti l'ammissione pronunciata da un di rettore di uno stabilimento privato dev'essere rifiutato ;

  6. Considerando che risulta da quanto precede che gli articoli L. 331, L. 333, L. 333-2 e L. 334 del codice della sanità pubblica devono essere dichiarati conformi alla Costituzione.

  • Per quanto riguarda la permanenza in ospedale
  1. Considerando che l'articolo L. 337 del codice della sanità pubblica prevede che, al di là dei primi quindici giorni, il ricovero puó essere prolungato per una durata massima d'un mese alla luce di un certificato medico circostanziato, che indichi che le condizioni del ricovero siano sempre soddisfatte ; che, al di là di questa durata, il ricovero puó essere confermato per periodi successivi di un mese, secondo le medesime modalità ; che il certificato medico è trasmesso al rappresentante dello Stato nel dipartimento, alla commissione dipartimentale dei ricoveri psichiatrici e al procuratore della Repubblica ;

  2. Considerando che, se il secondo comma dell'articolo L. 332 -3 del codice della sanità pubblica, diventato l'articolo L. 3222, affida alla commissione dipartimentale delle ospitalizzazioni psichiatriche il compito “d'esaminare la situazione delle persone ricoverate a causa di disturbi mentali, in relazione al rispetto delle libertà individuali ; questa commissione ha un carattere amministrativo ; che, all'occorrenza, non autorizza la permanenza in ospedale e esamina obbligatoriamente solo la situazione delle persone il cui ricovero si prolunghi al di là di tre mesi ;

  3. Considerando che la libertà individuale non puó essere considerata come salvaguardata che se il giudice interviene nel termine più corto possibile ; che, tuttavia, i motivi medici e le finalità terapeutiche che giustificano la privazione di libertà delle per sone colpite da disturbi mentali ricoverate senza il loro consenso possono essere tenute conto per la fissazione di questo termin e ; che prevedendo che il ricovero senza consenso possa rimanere per più di quindici giorni, senza l'intervento di una giurisdizione dell'ordine giudiziario, le disposizioni dell'articolo L.337 disconoscono le esigenze dell'articolo 66 della Costituzione ; che, inoltre, né l'obbligazione fatta a certi magistrati dell'autorità giudiziaria di visitare periodicamente gli stabilimenti che accolgono persone curate per disturbi mentali, né i r icorsi giurisdizionali di cui dispongono queste persone per far annullare la mesura di ricovero o mettervi fine non sono sufficienti a soddisfare queste esigenze ;

  4. Considerando che risulta da quanto precede che nessuna disposizione legislativa sottopone la permanenenza in ospedale di una persona senza il suo consenso, in applicazione dell'articolo L. 337 del codice della sanità pubblica, ad una giurisdizione ordinaria nelle condizioni che rispondono alle esigenze dell'articolo 66 della Costituzione ; che ne consegue che quest'articolo debba essere dichiarato contrario alla Costituzione ;

  • SUI DIRITTI DELLE PERSONE RICOVERATE SENZA IL LORO CONSENSO :
  1. Considerando che, secondo l'attrice, le condizioni nelle quali i ricoveri senza consenso sono messi in atto disconoscono la dignità della persona ; che sostiene ugualmente che, non riconoscendo a queste persone il diritto di telefonare e il diritto di rifiutare un trattamento, l'articolo L. 326-3 del codice della sanità pubblica arreca una lesione incostituzionale ai diritti e libertà ; che infine il diritto di questi malati ad un ricorso giurisdizionale non sarà effettivo tenuto conto della lentezza delle procedure e dell'assenza d'informazione effettiva di queste persone sui loro diritti e della dualità delle competenze delle giurisdizioni dell'ordine amministrativo e dell'ordine giudiziario;
  • Per quanto riguarda la dignità della persona :
  1. Considerando che il Preambolo del 1946 ha riaffermato che qualsiasi essere umano, senza distinzione di razza, di religione, né di credo, possiede diritti sacri ed inalienabili ; che la salvaguardia della dignità della persona contro ogni forma di schiavitù e di degrado è compresa in questi diritti e costituisce un principio a valore costituzionale ;

  2. Considerando che appartiene ai professionisti sanitari e, in ugual misura, alle autorità amministrative e giudiziarie di vegliare, nel compimento delle loro missioni e nell'esercizio delle loro rispettive competenze, al rispetto della dignità delle persone ricoverate senza il loro consenso in ogni circostanza ; che la seconda frase del primo comma dell'articolo L. 326-3 del codice della sanità pubblica richiama quest'esigenza ;che spetta, inoltre, alle autorità competenti, nel quadro dei potere loro riconosciuto dal codice della sanità pubblica e, all'occorrenza, sul fondamento delle infrazioni penali previste a questo fine, prevenire e reprimere gli atti che nuociano alla dignità della persona ricoverata senza il suo consenso e ordinare la riparazione dei pregiudizi subiti ; che il fatto d'ignorare eventualmente quest'esigenza nell'applicazione delle disposizioni legislative precitate non ha, in sé per sé per effetto di macchiare queste disposizioni d'incostituzionalità ; che, di conseguenza, le disposizioni sottomesse all'esame del Consiglio costituzionale non ledono la dignità della persona ;

  • Per quanto riguarda gli altri diritti e libertà
  1. Considerando che, secondo l'attrice, supprimendo il diritto di ricevere comunicazioni telefoniche e il diritto di rifiutare qualsiasi trattamento, i quali erano stati riconosciuti alle persone ricoverate senza il loro consenso dal paragrafo IV dell'articolo 71 della legge del 2 f ebbraio 1981 s opraindicata, l'articolo L. 326-3 ha apportato restrizioni disproporzionate ai diritti dei malati ;

  2. Considerando, in primo luogo, che l'articolo L. 326-3 del codice della sanità pubblica riconosce alle persone ricoverate il diritto d'inviare o ricevere lettere “in qualsia si circostanza” ; che l'utilizzo degli altri mezzi di comunicazione è retto dal principio generale, enunciato al primo comma di quest'articolo, secondo il quale, qualora una persona sia ricoverata senza il suo consenso, “le restrizioni all'esercizio delle libertà individuali devono essere limitate a quelle rese necessarie dal suo stato di salute e dalla messa in atto del suo trattamento” ; che queste disposizioni non arrecano una lesione disproporzionata all'esercizio di diritti costituzionalmente garantiti ;

  3. Considerando, in secondo luogo, che il legislatore ha ritenuto che una persona colpita da disturbi mentali che rendono impossibili il suo consenso, dato che il suo stato impone una sorveglianza costante in ambiente ospedaliero, o fanno sí che questa persona comprometta la sicurezza delle persone o nuocia in maniera grave all'ordine pubblico, non puó opporsi alle cure mediche che richiedono questi disturbi ;che in ogni caso, le garanzie che disciplinano il ricovero senza consenso permettono che il parere della persona sul suo trattamento sia preso in considerazione ; che, in queste condizioni, adottando le disposizioni deferite il legislatore ha preso misure che assicurano, tra la protezione della salute e la protezione dell'ordine pubblico, da una parte, e la libertà personale, protetta dall'articolo 2 della Dichiarazione del 1789, d'altra parte, una conciliazione che non è manifestamente disproporzionata ;

  • Per quanto riguarda il diritto ad un ricorso giurisdizionale effettivo :
  1. Considerando che ai sensi dell'articolo 16 della Dichiarazione del 1789 : “Qualsiasi società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha alcuna Costituzione” ; che si garantisce attraverso questa disposizione il diritto delle persone interessate ad esercitare un ricorso giurisdizionale effettivo ;

  2. Considerando, in primo luogo, che in virtù del secondo comma dell'articolo L. 326-3 del codice della sanità pubblica, qualsiasi persona ricoverata senza il suo consenso dev'essere informata sin dall'ammissione e, in seguito, su sua domanda, della sua situazione giuridica e dei suoi diritti ; che, secondo il terzo comma di questo stesso articolo, dispone “ sin dall'ammissione e, in seguito, su sua domanda, della sua situazion e giuridica e dei suoi diritti ; che, secondo il terzo comma di questo stesso articolo, dispone “ in ogni circostanza” del diritto di ricevere la consulenza d'un avvocato di sua scelta ;

  3. Considerando, in secondo luogo, che la Costituzione riconosce due ordini di giurisdizione al vertice delle quali sono posti il Consiglio di Stato e la Corte di cassazione ; che rientra tra i “ principi fondamentali riconosciuti dalle leggi della Repubblica” quello secondo il quale, all'eccezione delle materie riservate per natura all'autorità giudiziaria, rileva, in ultima istanza, della competenza della giurisdizione amministrativa l'annullamento o la riforma delle decisioni prese, nell'esercizio di prerogative di pubblico potere, da parte delle autorità che esercitano il potere esecutivo, i loro agenti, le collettività territoriali della Repubblica o gli organismi pubblici posti sotto la loro autorità o il loro controllo ;

  4. Considerando che, nella messa in atto di questo principio, qualora l'applicazione di una legislazione o di una regolamentazione specifica potrebbe comportare varie contestazioni contenziose che si ripartirebbero, secondo le regole abituali di competenza, tra la giurisdizione amministrativa e la giurisdizione ordinaria, è possibile per il legislatore, nell'interesse della buona amministrazione della giustizia, unificare le regole della competenza giurisdizionale all'interno dell'ordine giurisdizionale principalmente interessato ;

  5. Considerando che, se, nello stato di diritto applicabile, le giurisdizioni ordinarie non sono competenti per valutare la regolarità della procedura e delle decisioni amministrative che hanno condotto ad una misura di ricovero senza consenso, la dualità degli ordini di giurisdizione non limita la loro competenza per valutare la necessità della privazione di libertà in causa ;

  6. Considerando, in terzo luogo, che l'articolo L. 351 del codice della sanità pubblica riconosce, a qualsiasi persona ricoverata senza il suo consenso o trattenuta in un qualsiasi stabilimento, il diritto di fare ricorso, con una semplice richiesta e in ogni momento dinanzi al presidente del tribunale di grand'istanza, affinché sia messo fine al ricovero senza consenso ; che il diritto di adire questo giudice è ugualmente riconosciuto ad ogni persona suscettibile d'intervenire nell'interesse della persona ricoverata ;

  7. Considerando, tuttavia, che, trattandosi di una misura privativ a di libertà, il diritto ad un ricorso giurisdizionale effettivo impone che il giudice ordinario sia tenuto a statuire sulla domanda d'uscita immediata nel più breve termine, tenuto conto dell'eventuale necessità di raccogliere elementi d'informazione complementari sullo stato di salute della persona ricoverata ;

  8. Considerando che risulta da quanto precede che, sulla riserva enunciata al considerando 39, gli articoli L. 326-3e L. 351 del codice della sanità pubblica non sono contrari ai diritti e libertà che la Costituzione garantisce ;

  • SUGLI EFFETTI DELLA DICHIARAZIONE D'INCOSTITUZIONALITÁ
  1. Considerando che, in principio, una dichiarazione d'incostituzionalità deve beneficiare alla parte che ha presentato la questione prioritaria di costituzionalità ;che, tuttavia, l'abrogazione immediata dell'articolo L. 337 del codice della salute pubblica, divenuto il suo articolo L. 3212-7, va contro le esigenze della protezione della salute e l a prevenzione delle lesioni all'ordine pubblico e comporta conseguenze manifestamente eccessive ; che, di conseguenza, al fine di permettere al legislatore di rimediare a quest'incostituzionalità, occorre riportare al 1° agosto 2011 la data di quest'abrogazione ; che le misure di ricovero prese prima di questa data in applicazione delle disposizioni dichiarate contrarie alla Costituzione non possono essere contestate sul fondamento di quest'incostituzionalità,

DECIDE :

Articolo 1°.- L 'articolo L. 337 del codice della sanità pubblica, diventato il suo articolo L. 3212-7, è dichiarato contrario alla Costituzione.

Articolo 2.- La dichiarazione d'incostituzionalità dell'articolo 1° prende effetto il 1° agosto 2011 nelle condizioni fissate al considerando 41.

Articolo 3.- Sotto la riserva enunciata al considerando 39 l'articolo L. 351 del codice della sanità pubblica, diventato il suo articolo L. 3211-12, non è contrario alla Costituzione.

Articolo 4.- Gli articoli L. 326-3, L. 331, L. 333, L. 333-1, L. 333-2 e L. 334 del codice della sanità pubblica, diventati gli articoli L. 3211-3, L. 3222-1, L. 3212-2, L. 3212-3, L. 3212-4, sono conformi alla Costituzione.

Articolo 5.- La presente decisione sarà pubblicata al Journal officiel della Repubblica francese e notificata nelle condizioni previste all'articolo 23-11 dell'ordinanza del 7 novembre 1958 sopraindicata.

Deliberato dal Consiglio costituzionale nella seduta del 25 novembre 2010, a cui partecipavano : M. Jean -Louis DEBRÉ, Presidente, Sig. Jacques BARROT, Sig.ra Claire BAZY MALAURIE, Sig.ri Guy CANIVET, Michel CHARASSE, Renaud DENOIX de SAINT MARC, Sig.ra Jacqueline de GUILLENCHMIDT, Sig.ri Hubert HAENEL e Pierre STEINMETZ.

Reso pubblico il 26 novembre 2010.

Les abstracts

  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.1. NOTION DE " DROITS ET LIBERTÉS QUE LA CONSTITUTION GARANTIT " (art. 61-1)
  • 4.1.1. Déclaration des droits de l'homme et du citoyen de 1789
  • 4.1.1.2. Article 2

La liberté personnelle, en l'occurrence la liberté d'aller et de venir et la protection de la vie privée, figurent au nombre des droits et libertés que la Constitution garantit et peuvent être invoqués à l'appui d'une QPC.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 16, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.1. NOTION DE " DROITS ET LIBERTÉS QUE LA CONSTITUTION GARANTIT " (art. 61-1)
  • 4.1.1. Déclaration des droits de l'homme et du citoyen de 1789
  • 4.1.1.12. Article 16

Le droit à exercer un recours juridictionnel effectif est au nombre des droits et libertés que la Constitution garantit et peut être invoqué à l'appui d'une QPC.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 33, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.1. NOTION DE " DROITS ET LIBERTÉS QUE LA CONSTITUTION GARANTIT " (art. 61-1)
  • 4.1.4. Constitution du 4 octobre 1958
  • 4.1.4.5. Article 66

L'article 66 de la Constitution est au nombre des droits et libertés que la Constitution garantit et peut être invoqué à l'appui d'une QPC.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 14, 16, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.2. PRINCIPES GÉNÉRAUX APPLICABLES AUX DROITS ET LIBERTÉS CONSTITUTIONNELLEMENT GARANTIS
  • 4.2.2. Garantie des droits
  • 4.2.2.3. Droit au recours
  • 4.2.2.3.3. Procédure civile

L'article L. 351 du code de la santé publique reconnaît à toute personne hospitalisée sans son consentement ou retenue dans quelque établissement que ce soit le droit de se pourvoir par simple requête à tout moment devant le président du tribunal de grande instance pour qu'il soit mis fin à l'hospitalisation sans consentement. Le droit de saisir ce juge est également reconnu à toute personne susceptible d'intervenir dans l'intérêt de la personne hospitalisée.
Toutefois, s'agissant d'une mesure privative de liberté, le droit à un recours juridictionnel effectif impose que le juge judiciaire soit tenu de statuer sur la demande de sortie immédiate dans les plus brefs délais compte tenu de la nécessité éventuelle de recueillir des éléments d'information complémentaires sur l'état de santé de la personne hospitalisée.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 38, 39, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.3. DIGNITÉ DE LA PERSONNE HUMAINE
  • 4.3.1. Principe

Le Préambule de 1946 a réaffirmé que tout être humain, sans distinction de race, de religion ni de croyance, possède des droits inaliénables et sacrés. La sauvegarde de la dignité de la personne contre toute forme d'asservissement et de dégradation est au nombre de ces droits et constitue un principe à valeur constitutionnelle.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 28, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.3. DIGNITÉ DE LA PERSONNE HUMAINE
  • 4.3.2. Applications
  • 4.3.2.4. Privation de liberté

Il appartient aux professionnels de santé ainsi qu'aux autorités administratives et judiciaires de veiller, dans l'accomplissement de leurs missions et dans l'exercice de leurs compétences respectives, à ce que la dignité des personnes hospitalisées sans leur consentement soit respectée en toutes circonstances. La deuxième phrase du premier alinéa de l'article L. 326-3 du code de la santé publique rappelle cette exigence. Il appartient, en outre, aux autorités compétentes, dans le cadre des pouvoirs qui leur sont reconnus par le code de la santé publique et, le cas échéant, sur le fondement des infractions pénales prévues à cette fin, de prévenir et de réprimer les agissements portant atteinte à la dignité de la personne hospitalisée sans son consentement et d'ordonner la réparation des préjudices subis. La méconnaissance éventuelle de cette exigence dans l'application des dispositions législatives précitées n'a pas, en elle-même, pour effet d'entacher ces dispositions d'inconstitutionnalité.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 29, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.4. DROIT À LA VIE ET À L'INTÉGRITÉ PHYSIQUE, PROTECTION DE LA SANTÉ (Pour la protection de la santé publique, voir ci-dessous Autres droits et principes sociaux)
  • 4.4.3. Prélèvement
  • 4.4.3.4. Consentement aux soins et droit de refuser tout traitement

Le législateur a estimé qu'une personne atteinte de troubles mentaux qui soit rendent impossible son consentement alors que son état impose une surveillance constante en milieu hospitalier, soit font que cette personne compromet la sûreté des personnes ou porte atteinte de façon grave à l'ordre public, ne peut s'opposer aux soins médicaux que ces troubles requièrent. En tout état de cause, les garanties encadrant l'hospitalisation sans consentement permettent que l'avis de la personne sur son traitement soit pris en considération. En adoptant l'article L. 326-3 du code de la santé publique, le législateur a pris des mesures assurant, entre la protection de la santé et la protection de l'ordre public, d'une part, et la liberté personnelle, protégée par l'article 2 de la Déclaration de 1789, d'autre part, une conciliation qui n'est pas manifestement disproportionnée.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 32, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.10. AUTRES DROITS ET PRINCIPES SOCIAUX
  • 4.10.5. Principe de protection de la santé publique
  • 4.10.5.1. Fondement
  • 4.10.5.1.3. Rattachement à l'alinéa 11 du Préambule de la Constitution de 1946

En vertu du onzième alinéa du Préambule de la Constitution de 1946, la Nation garantit à tous le droit à la protection de la santé. L'article 34 de la Constitution dispose que la loi fixe les règles concernant les garanties fondamentales accordées aux citoyens pour l'exercice des libertés publiques. Il est à tout moment loisible au législateur, statuant dans le domaine de sa compétence, d'adopter des dispositions nouvelles dont il lui appartient d'apprécier l'opportunité et de modifier des textes antérieurs ou d'abroger ceux-ci en leur substituant, le cas échéant, d'autres dispositions, dès lors que, dans l'exercice de ce pouvoir, il ne prive pas de garanties légales des exigences constitutionnelles.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 15, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.10. AUTRES DROITS ET PRINCIPES SOCIAUX
  • 4.10.5. Principe de protection de la santé publique
  • 4.10.5.2. Applications
  • 4.10.5.2.9. Santé mentale

Il incombe au législateur d'assurer la conciliation entre, d'une part, la protection de la santé des personnes souffrant de troubles mentaux ainsi que la prévention des atteintes à l'ordre public nécessaire à la sauvegarde de droits et principes de valeur constitutionnelle et, d'autre part, l'exercice des libertés constitutionnellement garanties.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 16, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

Le législateur a estimé qu'une personne atteinte de troubles mentaux qui soit rendent impossible son consentement alors que son état impose une surveillance constante en milieu hospitalier, soit font que cette personne compromet la sûreté des personnes ou porte atteinte de façon grave à l'ordre public, ne peut s'opposer aux soins médicaux que ces troubles requièrent. En tout état de cause, les garanties encadrant l'hospitalisation sans consentement permettent que l'avis de la personne sur son traitement soit pris en considération. En adoptant l'article L. 326-3 du code de la santé publique, le législateur a pris des mesures assurant, entre la protection de la santé et la protection de l'ordre public, d'une part, et la liberté personnelle, protégée par l'article 2 de la Déclaration de 1789, d'autre part, une conciliation qui n'est pas manifestement disproportionnée.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 32, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.16. LIBERTÉ D'EXPRESSION ET DE COMMUNICATION
  • 4.16.2. Liberté d'expression et de communication (hors des médias)
  • 4.16.2.1. Liberté individuelle de parler, écrire et imprimer librement

L'article L. 326-3 du code de la santé publique reconnaît aux personnes atteintes de troubles mentaux hospitalisées sans leur consentement le droit d'émettre ou de recevoir des courriers " en tout état de cause ". L'utilisation des autres moyens de communication (notamment le droit de téléphoner) est régie par le principe général, énoncé par le premier alinéa de cet article, selon lequel, lorsqu'une personne est hospitalisée sans son consentement, " les restrictions à l'exercice de ses libertés individuelles doivent être limitées à celles nécessitées par son état de santé et la mise en œuvre de son traitement ". Ces dispositions ne portent pas une atteinte disproportionnée à l'exercice de droits constitutionnellement garantis.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 31, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.18. LIBERTÉ INDIVIDUELLE
  • 4.18.1. Affirmation de sa valeur constitutionnelle

L'article 66 de la Constitution dispose : " Nul ne peut être arbitrairement détenu. - L'autorité judiciaire, gardienne de la liberté individuelle, assure le respect de ce principe dans les conditions prévues par la loi ". Dans l'exercice de sa compétence, le législateur peut fixer des modalités d'intervention de l'autorité judiciaire différentes selon la nature et la portée des mesures affectant la liberté individuelle qu'il entend édicter.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 14, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.18. LIBERTÉ INDIVIDUELLE
  • 4.18.4. Contrôle des mesures portant atteinte à la liberté individuelle
  • 4.18.4.1. Compétence exclusive de l'autorité judiciaire

Si l'article 66 de la Constitution exige que toute privation de liberté soit placée sous le contrôle de l'autorité judiciaire, il n'impose pas que cette dernière soit saisie préalablement à toute mesure de privation de liberté. Dès lors, les dispositions de l'article L. 333-1 du code de la santé publique, qui confient au directeur de l'établissement le soin d'admettre une personne en hospitalisation sur demande d'un tiers après avoir vérifié que la demande a été établie conformément aux dispositions de l'article L. 333 ou de l'article L. 333-2, ne méconnaissent pas les exigences tirées de l'article 66 de la Constitution.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 20, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

La liberté individuelle ne peut être tenue pour sauvegardée que si le juge intervient dans le plus court délai possible.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 25, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

Lorsqu'est en cause la liberté individuelle (hospitalisation sans consentement), le droit à un recours juridictionnel effectif impose que le juge judiciaire soit tenu de statuer sur la demande de sortie immédiate dans les plus brefs délais.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 39, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 4. DROITS ET LIBERTÉS
  • 4.18. LIBERTÉ INDIVIDUELLE
  • 4.18.4. Contrôle des mesures portant atteinte à la liberté individuelle
  • 4.18.4.14. Hospitalisation sans consentement des malades mentaux

L'hospitalisation sans son consentement d'une personne atteinte de troubles mentaux doit respecter le principe, résultant de l'article 66 de la Constitution, selon lequel la liberté individuelle ne saurait être entravée par une rigueur qui ne soit nécessaire. Il incombe au législateur d'assurer la conciliation entre, d'une part, la protection de la santé des personnes souffrant de troubles mentaux ainsi que la prévention des atteintes à l'ordre public nécessaire à la sauvegarde de droits et principes de valeur constitutionnelle et, d'autre part, l'exercice des libertés constitutionnellement garanties. Au nombre de celles-ci figurent la liberté d'aller et venir et le respect de la vie privée, protégés par les articles 2 et 4 de la Déclaration des droits de l'homme et du citoyen de 1789, ainsi que la liberté individuelle dont l'article 66 de la Constitution confie la protection à l'autorité judiciaire. Les atteintes portées à l'exercice de ces libertés doivent être adaptées, nécessaires et proportionnées aux objectifs poursuivis.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 16, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

L'article L. 333 du code de la santé publique prévoit qu'une personne atteinte de troubles mentaux ne peut être hospitalisée sans son consentement, à la demande d'un tiers, que si ses troubles rendent impossible son consentement et si son état impose des soins immédiats assortis d'une surveillance constante en milieu hospitalier.
Ce même article fixe les garanties procédurales encadrant les conditions dans lesquelles la nécessité de l'hospitalisation peut être constatée
En adoptant les articles L. 333, L. 333-2 et L. 333-4 du code de la santé publique, le législateur a fixé des conditions de fond et des garanties de procédure propres à assurer que l'hospitalisation sans consentement, à la demande d'un tiers, ne soit mise en œuvre que dans les cas où elle est adaptée, nécessaire et proportionnée à l'état du malade.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 17, 18, 19, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

Si l'article 66 de la Constitution exige que toute privation de liberté soit placée sous le contrôle de l'autorité judiciaire, il n'impose pas que cette dernière soit saisie préalablement à toute mesure de privation de liberté. Dès lors, les dispositions de l'article L. 333-1 du code de la santé publique, qui confient au directeur de l'établissement le soin d'admettre une personne en hospitalisation sur demande d'un tiers après avoir vérifié que la demande a été établie conformément aux dispositions de l'article L. 333 ou de l'article L. 333-2, ne méconnaissent pas les exigences tirées de l'article 66 de la Constitution.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 20, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

Si le deuxième alinéa de l'article L. 332-3 du code de la santé publique, devenu son article L. 3222-5, confie à la commission départementale des hospitalisations psychiatriques le soin " d'examiner la situation des personnes hospitalisées en raison de troubles mentaux au regard du respect des libertés individuelles ", cette commission a un caractère administratif. Au demeurant, elle n'autorise pas le maintien de l'hospitalisation et n'examine obligatoirement que la situation des personnes dont l'hospitalisation se prolonge au-delà de trois mois.
Liberté individuelle ne peut être tenue pour sauvegardée que si le juge intervient dans le plus court délai possible. Toutefois, les motifs médicaux et les finalités thérapeutiques qui justifient la privation de liberté des personnes atteintes de troubles mentaux hospitalisées sans leur consentement peuvent être pris en compte pour la fixation de ce délai. En prévoyant que l'hospitalisation sans consentement peut être maintenue au delà de quinze jours sans intervention d'une juridiction de l'ordre judiciaire, les dispositions de l'article L. 337 méconnaissent les exigences de l'article 66 de la Constitution. En outre, ni l'obligation faite à certains magistrats de l'autorité judiciaire de visiter périodiquement les établissements accueillant des personnes soignées pour des troubles mentaux, ni les recours juridictionnels dont disposent ces personnes pour faire annuler la mesure d'hospitalisation ou y mettre fin ne suffisent à satisfaire à ces exigences.
Il résulte de ce qui précède qu'aucune disposition législative ne soumet le maintien de l'hospitalisation d'une personne sans son consentement, en application de l'article L. 337 du code de la santé publique, à une juridiction judiciaire dans des conditions répondant aux exigences de l'article 66 de la Constitution. Censure de cet article.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 24, 25, 26, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

L'article L. 351 du code de la santé publique reconnaît à toute personne hospitalisée sans son consentement ou retenue dans quelque établissement que ce soit le droit de se pourvoir par simple requête à tout moment devant le président du tribunal de grande instance pour qu'il soit mis fin à l'hospitalisation sans consentement. Le droit de saisir ce juge est également reconnu à toute personne susceptible d'intervenir dans l'intérêt de la personne hospitalisée.
S'agissant d'une mesure privative de liberté, le droit à un recours juridictionnel effectif impose que le juge judiciaire soit tenu de statuer sur la demande de sortie immédiate dans les plus brefs délais compte tenu de la nécessité éventuelle de recueillir des éléments d'information complémentaires sur l'état de santé de la personne hospitalisée.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 38, 39, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 11. CONSEIL CONSTITUTIONNEL ET CONTENTIEUX DES NORMES
  • 11.6. QUESTION PRIORITAIRE DE CONSTITUTIONNALITÉ
  • 11.6.2. Critères de transmission ou de renvoi de la question au Conseil constitutionnel
  • 11.6.2.2. Applicable au litige ou à la procédure ou fondement des poursuites

Saisi de huit articles du code de la santé publique qui ont été recodifiés par l'ordonnance n° 2000-548 du 15 juin 2000, le Conseil estime qu'il est saisi de ces articles dans leur rédaction applicable au litige, c'est à dire antérieure à la date d'entrée en vigueur de cette ordonnance.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 1, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)

Il n'appartient pas au Conseil constitutionnel, saisi d'une question prioritaire de constitutionnalité, de remettre en cause la décision par laquelle le Conseil d'État ou la Cour de cassation a jugé, en application de l'article 23-5 de l'ordonnance du 7 novembre 1958, qu'une disposition était ou non applicable au litige ou à la procédure ou constituait ou non le fondement des poursuites.
Par suite, doivent être rejetées les conclusions de la requérante tendant à ce que le Conseil constitutionnel se prononce sur la conformité à la Constitution des dispositions du code de la santé publique relatives à la procédure d'hospitalisation d'office, dès lors que ces dispositions ne figurent pas dans la question renvoyée par le Conseil d'État au Conseil constitutionnel.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 11, 12, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 11. CONSEIL CONSTITUTIONNEL ET CONTENTIEUX DES NORMES
  • 11.7. EXAMEN DE LA CONSTITUTIONNALITÉ
  • 11.7.3. Étendue du contrôle
  • 11.7.3.3. Intensité du contrôle du juge
  • 11.7.3.3.2. Contrôle normal

Pour examiner la conformité à la Constitution des articles du code la santé publique qui organisent l'hospitalisation à la demande d'un tiers, le Conseil constitutionnel procède à un plein contrôle de proportionnalité de la conciliation opérée par le législateur entre, d'une part, la protection de la santé des personnes souffrant de troubles mentaux ainsi que la prévention des atteintes à l'ordre public nécessaire à la sauvegarde de droits et principes de valeur constitutionnelle et, d'autre part, l'exercice des libertés constitutionnellement garanties.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 16, 17, 18, 19, 20, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 11. CONSEIL CONSTITUTIONNEL ET CONTENTIEUX DES NORMES
  • 11.8. SENS ET PORTÉE DE LA DÉCISION
  • 11.8.6. Portée des décisions dans le temps
  • 11.8.6.2. Dans le cadre d'un contrôle a posteriori (article 61-1)
  • 11.8.6.2.2. Abrogation
  • 11.8.6.2.2.2. Abrogation reportée dans le temps

Le Conseil constitutionnel déclare l'article L. 337 du code de la santé publique, devenu son article L. 3212-7, contraire à la Constitution.
En principe, une déclaration d'inconstitutionnalité doit bénéficier à la partie qui a présenté la question prioritaire de constitutionnalité. Toutefois, l'abrogation immédiate de l'article L. 337 du code de la santé publique, devenu son article L. 3212-7, méconnaîtrait les exigences de la protection de la santé et la prévention des atteintes à l'ordre public et entraînerait des conséquences manifestement excessives. Par suite, afin de permettre au législateur de remédier à cette inconstitutionnalité, il y a lieu de reporter au 1er août 2011 la date de cette abrogation. Les mesures d'hospitalisation prises avant cette date en application des dispositions déclarées contraires à la Constitution ne peuvent être contestées sur le fondement de cette inconstitutionnalité.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 26, 41, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 12. JURIDICTIONS ET AUTORITÉ JUDICIAIRE
  • 12.1. JURIDICTIONS ET SÉPARATION DES POUVOIRS
  • 12.1.1. Dualité des ordres de juridiction

La Constitution reconnaît deux ordres de juridictions au sommet desquels sont placés le Conseil d'État et la Cour de cassation.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 35, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 12. JURIDICTIONS ET AUTORITÉ JUDICIAIRE
  • 12.1. JURIDICTIONS ET SÉPARATION DES POUVOIRS
  • 12.1.3. Droit au recours juridictionnel
  • 12.1.3.3. Application à la procédure judiciaire

Si, en l'état du droit applicable, les juridictions de l'ordre judiciaire ne sont pas compétentes pour apprécier la régularité de la procédure et de la décision administratives qui ont conduit à une mesure d'hospitalisation sans consentement, la dualité des ordres de juridiction ne limite pas leur compétence pour apprécier la nécessité de la privation de liberté en cause.
L'article L. 351 du code de la santé publique reconnaît à toute personne hospitalisée sans son consentement ou retenue dans quelque établissement que ce soit le droit de se pourvoir par simple requête à tout moment devant le président du tribunal de grande instance pour qu'il soit mis fin à l'hospitalisation sans consentement. Le droit de saisir ce juge est également reconnu à toute personne susceptible d'intervenir dans l'intérêt de la personne hospitalisée.
Toutefois, s'agissant d'une mesure privative de liberté, le droit à un recours juridictionnel effectif impose que le juge judiciaire soit tenu de statuer sur la demande de sortie immédiate dans les plus brefs délais compte tenu de la nécessité éventuelle de recueillir des éléments d'information complémentaires sur l'état de santé de la personne hospitalisée.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 12. JURIDICTIONS ET AUTORITÉ JUDICIAIRE
  • 12.3. ORGANISATION DES JURIDICTIONS
  • 12.3.2. Compétence
  • 12.3.2.2. Compétence de la juridiction administrative
  • 12.3.2.2.1. Réserve de compétence au profit de la juridiction administrative

La Constitution reconnaît deux ordres de juridictions au sommet desquels sont placés le Conseil d'État et la Cour de cassation. Figure au nombre des " principes fondamentaux reconnus par les lois de la République " celui selon lequel, à l'exception des matières réservées par nature à l'autorité judiciaire, relève en dernier ressort de la compétence de la juridiction administrative l'annulation ou la réformation des décisions prises, dans l'exercice des prérogatives de puissance publique, par les autorités exerçant le pouvoir exécutif, leurs agents, les collectivités territoriales de la République ou les organismes publics placés sous leur autorité ou leur contrôle.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 35, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 12. JURIDICTIONS ET AUTORITÉ JUDICIAIRE
  • 12.3. ORGANISATION DES JURIDICTIONS
  • 12.3.2. Compétence
  • 12.3.2.2. Compétence de la juridiction administrative
  • 12.3.2.2.2. Cas d'unification du contentieux

Lorsque l'application d'une législation ou d'une réglementation spécifique pourrait engendrer des contestations contentieuses diverses qui se répartiraient, selon les règles habituelles de compétence, entre la juridiction administrative et la juridiction judiciaire, il est loisible au législateur, dans l'intérêt d'une bonne administration de la justice, d'unifier les règles de compétence juridictionnelle au sein de l'ordre juridictionnel principalement intéressé.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 36, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
  • 16. RÉSERVES D'INTERPRÉTATION
  • 16.10. DROIT SOCIAL
  • 16.10.16. Article L. 351 du code de la santé publique, devenu sont article L. 3211-12 (QPC)

L'article L. 351 du code de la santé publique reconnaît à toute personne hospitalisée sans son consentement ou retenue dans quelque établissement que ce soit le droit de se pourvoir par simple requête à tout moment devant le président du tribunal de grande instance pour qu'il soit mis fin à l'hospitalisation sans consentement. Le droit de saisir ce juge est également reconnu à toute personne susceptible d'intervenir dans l'intérêt de la personne hospitalisée.
Toutefois, s'agissant d'une mesure privative de liberté, le droit à un recours juridictionnel effectif impose que le juge judiciaire soit tenu de statuer sur la demande de sortie immédiate dans les plus brefs délais compte tenu de la nécessité éventuelle de recueillir des éléments d'information complémentaires sur l'état de santé de la personne hospitalisée. Réserve.

(2010-71 QPC, 26 November 2010, cons. 38, 39, Journal officiel du 27 novembre 2010, page 21119, texte n° 42)
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